Diagnosi, recupero di tempo, comunicazione efficace, risparmio, precisione.

Potrebbe sembrare la locandina di una pubblicità ma in realtà stiamo solo analizzando alcune tra le caratteristiche basi di quella che è una filosofia che ruota attorno al mondo del digitale negli studi odontoiatrici.

Protagonista indiscusso di questo workflow è lo scanner intraorale. La digitalizzazione nel mondo contemporaneo sta diventando un must have per poter arrivare a livelli di eccellenza nell’ambito odontoiatrico, ma spesso si pensa che la curva di apprendimento per riuscire ad usare efficacemente uno strumento del genere sia troppo lunga ed impegnativa, complici inoltre le voci di corridoio, che di scientifico non han nulla, come il fatto che gli scanner siano poco precisi o che non leggano, in protesi, sotto gengiva, i professionisti tendono ad essere molto timorosi quando giunge il momento di iniziare questa avventura.

È essenziale quindi sfatare innanzitutto il mito che lo scanner sia poco preciso poiché la stessa letteratura ormai ha dimostrato il contrario, ma soprattutto bisogna entrare nell’idea dello studio odontoiatrico 2.0. In questo ambito il paziente percepisce non solo l’investimento dal punto di vista emotivo che il medico ha deciso di compiere, bensí viene coinvolto in una esperienza 3d dove la comunicazione efficace è l’elemento portante di questa avventura.

Nasce così un sistema semplice e accattivante che è l’interfaccia principale di iTero.

iTero è in grado di essere un valido aiuto per le visite, dotato della tecnologia NiRi (un caries detector ad infrarossi) permette di essere utilizzato durante il nostro primo incontro con un paziente come se fosse una telecamera intraorale ma col vantaggio di poter generare un file che potremo tornare a vedere piú volte e volendo potremo condividere con il diretto interessato.

Estremamente utile nel campo pedodontico per far giocare i bambini durante il momento massimo di stress riuscendo a far vedere macro dettagli ai genitori per poter spiegare l’importanza della cura degli elementi decidui e spesso l’inizio delle lesioni cariose sui permanenti.

Nel paziente adulto ingrandire i dettagli permette una maggior presa di coscienza delle condizioni intraorali della propria bocca, banalmente vedere ingigantito il tartaro sulla superficie linguale degli incisivi inferiori spesso porta il paziente stesso ad esprimere commenti tipo: “Ma ho cosí tanto tartaro? Devo mica prenotare una igiene?” ed è proprio da queste frasi che comprendiamo come il paziente stia entrando in un percorso dove è lui stesso a capire l’importanza e la necessità dei trattamenti anche di quelli piú semplici, trasformando quindi una medicina di stampo paternalistico ad una comunicazione che crea dei legami di fiducia nettamente piú solidi.

Inoltre le versioni portatili di iTero prevedono un sistema all-in-one che agilmente puó essere trasportato di studio in studio, cosí chi fa consulenze di implantologia e si occupa anche della protesi puó utilizzare il suo scanner con il quale è abituato mantenendo alte le performance legate alla manualità che uno acquisisce facendo tante scansioni e risparmiando tempo e fastidi. A livello ortodontico il fatto di essere un sistema aperto permette di generare file che possono essere utilizzati da tutti i laboratori, utile quindi per bandaggi indiretti, sviluppo di apparecchiature funzionali, espansori o apparecchi fissi con bande laser-melted o per chi è utente giá piú avanzato, matching tra le tac e le scansioni per eventuali dime chirurgiche per le miniviti.

Esiste una funzione outcome simulator, che raddrizza i denti e crea una immagine di come potrebbe essere la bocca del paziente con una dentatura corretta, strumento che sicuramente è estremamente utile sia per chi fa allineatori invisibili che fissa tradizionale.

Ed infine iTero, prende anche le impronte! Ma non delle impronte classiche; delle impronte precise che vengono inviate grazie al sistema Exocad 3.0 Galway direttamente al tecnico, che in 5 minuti puó visualizzarle e chiedere al medico eventuali modifiche ancor prima di congedare il paziente, limitando quindi la necessità di eventuali richiami e quindi di altre perdite di tempo e talvolta anche di pazienza.

Uno scanner quindi non è un semplice strumento che vuole rimpiazzare il mondo dei composti siliconici o degli alginati, ma è parte integrante di un percorso volto a migliorare l’esperienza del paziente, a fidelizzarlo facendogli comprendere il perché dei trattamenti proposti e a coccolarlo evitandogli fastidi con i vecchi materiali di impronta. Per il medico invece è uno strumento che rende piú efficace la diagnosi diminuendo il rischio di sviste o dimenticanze, semplifica la comunicazione, riduce i tempi alla poltrona grazie ad una curva di apprendimento decisamente breve e garantisce precisione e affidabilità. Per questo iTero è uno scanner per il quale si puó dire che, oltre tutto il resto, prende anche le impronte.

Dr. Giorgio Comola

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