Cari colleghi,
In questi giorni leggiamo una moltitudine di atti legislativi, raccomandazioni, circolari e comunicati. Sappiamo ormai bene come ci si deve comportare, a livello personale e nei nostri studi professionali, per combattere la diffusione dell’agente patogeno.
Riguardo alla eventualità di chiudere gli studi, anche sulla base del vissuto a livello locale, a decidere sarà il senso personale di responsabilità di ciascuno di noi. Al momento l’orientamento di alcuni comunicati (che non sono disposizioni legislative) è quello di rimandare tutte le prestazioni differibili e dedicarsi solo alle emergenze. Tutto questo finché non sopraggiungano ordinanze delle autorità preposte che determinino per legge il da farsi.
Vorrei condividere con voi l’esperienza e le raccomandazioni sotto forma di domande espresse dal nostro Past President Pietro di Michele, che da Coordinatore di Odontoiatria dell’Area Vasta nord Emilia Romagna gestisce responsabilmente e ormai da tempo una situazione di emergenza nella prima zona rossa italiana.
Continuiamo ad operare con l’impegno e la dedizione che ci ha sempre contraddistinti. Il miglior prosieguo possibile per le nostre attività passa attraverso una obbiettiva risposta a queste 5 domande, valutando con molta attenzione tutto ciò che debba essere necessariamente differito:Conosciamo ormai bene tutte le raccomandazioni che dobbiamo adottare nei nostri studi.
Prima domanda: le abbiamo rese effettive?E’ necessario limitare la creazione di aerosol per mezzo di turbine, contrangoli, ablatori e siringhe spray.
Seconda domanda: ci mettiamo nelle condizioni di farlo?Preventivamente alla seduta odontoiatrica i nostri pazienti devono essere contattati telefonicamente per un triage epidemiologico.
Terza domanda: le segretarie dei nostri studi stanno telefonando ai pazienti prima degli appuntamenti?Sono predisposti i moduli epidemiologici anamnestici.
Quarta domanda: sono normalmente somministrati ai nostri pazienti che li leggono e li firmano?Noi e i nostri collaboratori dobbiamo sempre usare mascherine chirurgiche e se necessari anche i PDI FFP2 e FFP3 con visiere.
Quinta domanda: lo studio ha scorte sufficienti riguardo a questi presidi?
Gianvito Chiarello
Presidente Nazionale SUSO
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