SUSO torna sui rischi per la salute dei pazienti, ribadisce le responsabilità legali e deontologiche degli odontoiatri e chiede al Ministero e CAO di regolamentare
La situazione più “estrema” è quella dell’azienda che propone direttamente al paziente di autorilevarsi l’impronta per la realizzazione di un allineatore trasparente che poi gli viene inviato via posta, ma c’è anche chi propone accordi con professionisti per effettuare un’assistenza a distanza a quei pazienti oppure per rilevare le impronte senza poi seguire il caso. Le nuove possibilità offerte dall’odontoiatria digitale stanno portando certamente molti vantaggi all’odontoiatra ed al paziente, ma aprono fronti legali ed anche deontologici non normati a sufficienza.
A porre il problema è il SUSO, Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia, che torna a ribadire il valore della diagnosi ortognatodontica condotta dal professionista ortodontista, effettuata alla presenza del paziente per mezzo di una visita specialistica dedicata all’osservazione diretta delle sue peculiari caratteristiche stomatognatiche e funzionali.
“Da tempo abbiamo attivato un tavolo di approfondimento sul tema”, dice ad Odontoiatria33 il presidente SUSO Gianvito Chiarello. “Ora serve un intervento normativo da parte del Ministero della Salute ma anche della CAO Nazionale dal punto di vista deontologico”.
SUSO stigmatizza il cosiddetto ‘principio di autodeterminazione del paziente’, secondo il quale è possibile effettuare diagnosi e terapia a distanza da parte di soggetti non bene identificati, nei confronti di individui che hanno autorilevato le proprie impronte dentali.
“I trattamenti ortognatodontici effettuati al di fuori degli studi odontoiatrici –spiega il presidente Chiarello – possono comportare gravi rischi per la salute, a causa di una possibile erronea diagnosi iniziale, dovuta all’assenza di un approfondito esame clinico, nonchè alla mancanza di un regolare monitoraggio terapeutico, normalmente effettuato da parte degli specialisti di branca, e poi ci sono gli aspetti deontologici e le responsabilità del professionista”.
Per questi motivi SUSO invita i professionisti odontoiatri “a valutare attentamente proposte commerciali da parte di aziende che dietro compenso invitano i colleghi a mettere a disposizione i propri studi per assistere pazienti reclutati dalle stesse aziende commerciali con modalità poco definite e a loro inviati per un supporto operativo”.
Secondo SUSO, “contrariamente a quanto dichiarato nelle proposte di collaborazione inoltrate ai colleghi, va inteso che chi apre le porte a questa tipologia di pazienti condivide la responsabilità professionale del trattamento impostato da queste aziende, oltre naturalmente a quella delle procedure operative direttamente effettuate nei loro confronti”.
SUSO invita i colleghi odontoiatri a “prestare particolare attenzione ai possibili profili deontologici e di responsabilità professionale, prima di impegnarsi a sottoscrivere accordi commerciali che abbiano queste caratteristiche”.