Negli ultimi anni abbiamo sempre più spesso sentito parlare di welfare aziendale, di benefit erogati a favore del personale dipendente che consentono di avere dei vantaggi per il lavoratore che ne usufruisce e per l’azienda che li eroga.

Ma di cosa si stratta esattamente?

Per comprenderne le potenzialità dobbiamo partire dal principio, ovvero ci dobbiamo ricordare che le aziende sono fatte di persone, prima che di numeri, e che il management, soprattutto in ambito sanitario come nello studio odontoiatrico, sarà tanto più efficace quanto migliori saranno i metodi ed i modelli di motivazione e misurazione degli indici di performance per l’équipe e per i pazienti.

Un dipendente motivato e soddisfatto di lavorare presso il vostro studio, aumenterà la qualità e la produttività lavorativa e contribuirà a migliorare il clima di lavoro e la qualità delle relazioni interne, elementi chiave oggi per favorire il raggiungimento di obiettivi di produttività e competitività.

Nulla è più importante di un ambiente di lavoro ottimale per sviluppare le migliori caratteristiche dell’individuo ed esaltarne le potenzialità professionali e determinare, di conseguenza, il successo di marketing dello studio.

Durante la sua permanenza in studio il paziente, infatti, osserva e percepisce l’ambiente, l’organizzazione e la qualità del servizio offerto. Si crea un’immagine dello studio, la “qualità percepita”, che non dipende solamente dalle capacità e dalla leadership del professionista ma anche dalle persone che compongono il team dello studio.

Ecco perché investire sulla motivazione e sulla soddisfazione del dipendente attraverso politiche e strumenti di incentivazione, anche di natura non strettamente monetaria, volti all’incremento del benessere personale e delle condizioni di equilibrio tra vita lavorativa e personale, può rilevarsi un fattore altamente strategico per aumentare la competitività del vostro studio.

Il welfare rappresenta oggi uno dei principali strumenti a disposizione del mondo della gestione delle risorse umane per favorire, attraverso il miglioramento del clima sul posto di lavoro, la quantità e la qualità del lavoro svolto al suo interno, il senso di appartenenza dei dipendenti, la diminuzione di turnover e assenteismo, e la possibilità di attrarre nuovi talenti.

Fatte le doverose premesse cerchiamo ora di comprendere in cosa consiste esattamente il welfare aziendale.

Il Welfare è un insieme di benefit e servizi, non monetari, che lo studio può mettere a disposizione dei propri dipendenti volti appunto a favorire il benessere e la conciliazione tra lavoro e vita privata, del lavoratore e della sua famiglia. Assistenza sanitaria integrativa, previdenza complementare, sostegno economico alle famiglie e all’istruzione, servizi di baby-sitter ed assistenza anziani, servizi di trasporto collettivo casa-lavoro, buoni spesa o voucher per l’acquisto di beni (entro il limite del valore previsto dall’articolo 51-comma 3 del TUIR), voucher per strutture sportive e centri wellness… sono solo alcune delle prestazioni che le imprese possono offrire oggi ai propri dipendenti.

Una serie di benefit, che non solo si traducono per il lavoratore in una possibilità da affiancare alla classica retribuzione, ma che più in generale implicano un’ottimizzazione del vantaggio fiscale e contributivo purché, e questa una delle condizioni previste, sia erogato alla generalità dei lavoratori o specifiche categorie di dipendenti. Non può quindi essere riconosciuto ad personam.

L’attuale quadro normativo, in particolar modo gli articoli 51 e 100 del TUIR, prevede infatti che tali beni e servizi, che non rappresentano quindi una natura monetaria, non concorrono alla formazione di reddito da lavoro dipendente. Ciò significa che consentono di avere una totale esenzione fiscale e contributiva sia per il lavoratore che, nel nostro caso, per lo studio.

In altri termini, diversamente da un premio in denaro in cui l’importo che viene erogato in busta paga è maggiorato dei contributi per l’azienda ed è soggetto a trattenute fiscali e contributivi per il lavoratore, lo stesso importo riconosciuto al lavoratore come welfare aziendale, godendo quindi della totale esenzione fiscale e contributiva, permetterà di avere un maggior potere di acquisto per il lavoratore e una riduzione dei costi per il datore di lavoro.

Se l’importo che il datore di lavoro intende erogare al dipendente fosse ad esempio di € 500,00, € 500 sarà l’importo fruibile dal lavoratore e sempre € 500,00 sarà la spesa sostenuta dallo studio.

Infine, la definizione degli importi da destinare a welfare può essere collegata al raggiungimento di determinati obbiettivi in precedenza condivisi con il personale come incrementi di produttività, di redditività, di qualità del lavoro prodotto, di efficienza dei processi interni.

Se correttamente gestito, attraverso l’assegnazione di obiettivi realizzabili e misurabili, questo strumento ci permetterà di incentivare un comportamento lavorativo in grado di migliorare l’organizzazione e generare una cultura di valore dello studio, in cui la soddisfazione di ogni attore coinvolto si tradurrà nella massima soddisfazione dei vostri pazienti. Nel corso delle nostre consulenze abbiamo avuto personalmente modo di apprezzare i benefici ed il miglioramento delle performance negli studi che hanno deciso di introdurre ed adottare il welfare nella propria organizzazione.

Prof. Antonio Pelliccia – Arianto srl

 

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