In occasione del Congresso nazionale, dell’Accademia Tecnologie Avanzate nelle Scienze di Igiene Orale (Atasio) focalizzato sulla difficile e delicata tematica della gestione del paziente in trattamento ortodontico, SUSONews ha posto alcune domande a Gianna Maria Nardi, fondatrice e presidente dell’Accademia, per mettere meglio a fuoco il ruolo dell’igiene orale e dell’ igienista dentale in ambito ortodontico.

Lei auspica una stretta collaborazione tra le due figure professionali. Non crede che all’inizio della terapia ortodontica l’igienista dentale debba anche intervenire nella diagnostica o progettazione della terapia?

L’Igienista dentale è un operatore sanitario che in possesso di un titolo universitario abilitante alla professione, svolge compiti relativi alla prevenzione delle affezioni oro-dentali su indicazione degli odontoiatri e dei medici chirurghi legittimati all’esercizio dell’odontoiatria.

La fase diagnostica e quella terapeutica sono di competenza dell’ortodontista. Quella dell’igienista dentale prevede l’elaborazione di programmi personalizzati nella prevenzione primaria, secondaria e nel mantenimento della terziaria, progettando protocolli di prevenzione prima, durante e post trattamento ortodontico.

In fase intermedia di trattamento ortodontico ritiene utile un controllo RX, obiettivo delle eventuali tasche parodontali?

Durante la terapia l’attenzione alla salute dei tessuti dento-parodontali è opportuna. Controlli periodici di igiene orale con sedute di terapia parodontale non chirurgica (deplaquing, scaling e/o root planing), e tecniche operative con tecnologie innovative, minimamente invasive ed appropriate alla situazione clinica, consentono la salvaguardia dei tessuti.

Durante i controlli l’utilizzo della sonda parodontale segnala, attraverso il sanguinamento, un’eventuale infiammazione gengivale e/o una tasca parodontale.

L’opportunità di una radiografia, scelta successiva dell’odontoiatra, è sicuramente indicata in situazioni cliniche a rischio.

Come valuta l’uso, spesso troppo frequente, di allineatori per la salute gengivale?

Se non trattata la malocclusione può generare nel tempo disallineamenti dentali e disturbi masticatori.

Le patologie occlusali in età pediatrica possono derivare da fattori genetici ed ereditari oltrechè ambientali quali problemi di deglutizione, postura della lingua atipiche e respirazione orale.

In tutti questi casi, il bambino assume una postura alterata compromettendo la formazione delle ossa mascellari.

L’ortodonzia intercettiva rappresenta una fase importante per eventuali disarmonie dentali o scheletriche, trattabili soltanto in tenera età.

Il volto umano è il distretto piu’ rappresentativo dell’individuo.

Oltre della funzione, obiettivo primario, per l’estetica del sorriso è indispensabile correggere i disallineamenti.

Ortodontista e igienista dentale devono collaborare per includere nel piano terapeutico follow-up di prevenzione, con un attento approccio motivazionale al controllo dell’igiene orale domiciliare e professionale.

Per la salute gengivale, un inefficace controllo del biofilm batterico è sicuramente dannoso, non certo l ‘uso degli allineatori.

I molari hanno spesso problematiche muco gengivali dovute alle bande ortodontiche . Quale modalità per avere anche delle mucose in salute? Sostituendole, se possibile, con tubi adesivi? Preparando le mucose ad accogliere gli anellini? O insegnando regole utili ai pazienti?

Qualsiasi terapia scelta deve contemplare fasi di approccio clinico preventivo.

Prima del trattamento ortodontico è necessario salvaguardare la salute dello smalto con nuove molecole remineralizzanti per la formazione e ricrescita di cristalli di Idrossiapatite, loro struttura naturale come nel caso del
(F-ACP complex).

Il calcio fosfato Amorfo arricchito con fluoro (F-ACP) è un materiale non cristallino altamente reattivo, che si converte rapidamente in Idrossiapatite.

Grazie alla liberazione di ioni calcio e fluoro sulle lesioni dello smalto la mousse rinforza e remineralizza, oltre a controllare eventuale presenza di ipersensibilità.

Alla facile applicazione seguiranno uno spazzolamento efficace, l’uso di dentifricio e collutorio e la remineralizzazione domiciliare con l’applicazione di mousse remineralizzante, per corresponsabilizzare il paziente al successo della terapia.

Opportuno sarà il controllo del biofilm batterico nelle zone dei retromolari e la scelta tecnologica di scovolini e spazzolini per facilitare al paziente il controllo della demineralizzazione e infiammazione da biofilm batterico.

Indispensabili i follow-up di igiene orale per indicare al paziente un’attenzione particolare nelle aree a rischio.

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