Le radici del dentista
Quella del dentista è professione con lunga storia alle spalle e che affonda le sue radici in un passato che risale a diversi millenni fa. Le prime testimonianze di una primitiva scienza odontoiatrica sono arrivate a noi grazie a dei fossili della civiltà della valle dell’Indo dell’età Neolitica. Siti archeologici in Pakistan risalenti al 7000 a.C., inoltre, hanno riportato alla luce undici casi di denti perforati in vivo sulle corone di nove pazienti adulti tramite interventi eseguiti probabilmente a scopo palliativo.
La più antica prova di otturazione dentale, invece, è stata trovata nel 2012 in Slovenia. Dove alcuni ricercatori hanno scoperto un’otturazione praticata con cera d’api in un dente fossile appartenente ad una mandibola di 6.500 anni fa. Gli scienziati non sono tuttora d’accordo sull’efficacia di questa cura, ma è probabile che contribuisse a ridurre il dolore e il gonfiore.
L’importanza della cura dentale
Nella storia dell’umanità, l’attenzione che si è data ai denti e alla propria igiene orale è andata crescendo di pari passo all’evoluzione della società. Dall’utilizzo più elementare della masticazione con primi ominidi bipedi, la rilevanza dei denti nella vita di un individuo e all’interno della sua comunità è cambiata radicalmente con il passaggio dal nomadismo alla sedentarietà. La vita nei primi villaggi sedentari comportò un iniziale danneggiamento delle condizioni di vita e di salute, facilitando la propagazione di malattie infettive e l’insorgere di nuove patologie, tra le quali iniziarono a sorgere quelle relative al cavo orale.
Con il passare del tempo, i denti hanno guadagnato una valenza che ha travalicato la semplice scienza medica, divenendo uno dei primi indicatori dello stato di salute di una persona, soprattutto a livello economico, sociale e culturale. I denti malati sono diventati sinonimo di povertà e, viceversa, una dentatura curata ha finito per caratterizzare i ceti medio-alti della società.
La cultura egizia e il primo dentista
Una scienza odontoiatrica efficace e già consolidata in quel periodo si affermò nell’antico Egitto al tempo dei Faraoni, precisamente sotto il regno di Zoser. Il primo “dentista” conosciuto della storia fu proprio un egiziano di nome Hesyra, scopritore della malattia paradontale. Era uno scriba, un ufficiale e un medico, più propriamente etichettato come “il più grande medico dei denti”, e visse attorno al 1600 a.C.
Oltre ad Hesyra, alcuni medici egiziani, rimasti anonimi o dei quali si sono perse informazioni che avrebbero permesso la loro identificazione, furono pionieri nel campo delle ricostruzioni dentali. Essi realizzarono ponti e inserzioni attraverso fili di ferro oppure utilizzando i denti di alcuni donatori. Nonostante tutto questo risulta ancora incerto se questo tipo di pratiche fossero realizzate in vita oppure soltanto dopo la morte, data l’importanza rivestita dall’aldilà per questo popolo.
Una tomografia computerizzata eseguita sul cranio di una mummia di circa 2.100 anni fa ha reso nota la pratica di otturazione dentale mediante l’applicazione di lino, probabilmente imbevuto in succo di fico o in olio di cedro.
Questo popolo è stato pioniere anche nella scoperta di varie cure per sopperire alle malattie dentali. Alcune cure sono giunte fino a noi grazie al papiro Edwin Smith e al papiro Ebers, i quali contengono delle vere e proprie ricette terapeutiche.
I dentisti egizi prescrivevano per la cura delle gengive impiastri e sostanze da masticare, paste dentifrice a base di polvere di piombo e miele con cui strofinare denti e gengive; mentre per sopperire alle carie veniva consigliata l’applicazione di erbe aromatiche come il comino, l’incenso e il succo di cipolle.