Patrizia Defabianis è Professore associato di Malattie Odontostomatologiche e Responsabile della sezione di Odontoiatria pediatrica (Pedodonzia, Traumatologia e Sindromi Malformative oro-facciali nel paziente in crescita) alla Dental School di Torino. Appassionata da decenni all’insegnamento dell’Odontoiatria Infantile, risponde con entusiasmo alle nostre domande.
Fino a qualche anno fa, quando si chiamava ancora Pedodonzia, era la cura del dente da latte. Oggi l’Odontoiatria Pediatrica sembra essersi affrancata da un ruolo a dir poco minimale: prof.ssa Defabianis ci spiega perché? L’odontoiatria infantile, oggi meglio definita “Odontoiatria Pediatrica”, sta all’odontoiatria come la pediatria sta alla medicina ed è la disciplina che si occupa delle problematiche del bambino a 360 gradi, con il compito aggiuntivo di educarli alla salute orale. Purtroppo in passato questa branca dell’odontoiatria è stata trascurata nel nostro Paese, considerata secondaria, forse perché meno remunerativa. L’Odontoiatria Pediatrica è cresciuta tantissimo negli ultimi vent’anni e, sebbene siano ancora pochi gli odontoiatri che si dedicano a questa branca dell’odontoiatria, attualmente sembra attrarre nuovi interessi. Infatti, se un tempo era il dentista generico a occuparsi dei bambini, negli anni le cose sono fortunatamente cambiate: oggi chi tratta il bambino è un professionista formato sia dal punto di vista dell’approccio psicologico che sotto il profilo delle competenze.
Prof.ssa Defabianis, lei è Coordinatore della “Specialità Odontoiatria Pediatrica”. Quanto dura e quanti specializzandi ogni anno? La specializzazione in Odontoiatria Pediatrica si articola su 3 anni di corso per 180 CFU, di cui almeno 126 CFU sono riservati ad attività formative professionalizzanti volte alla maturazione di specifiche capacità professionali, mediante attività pratiche e di tirocinio. Vengono ammessi 4 specializzandi all’anno.
Quale la Mission? Alla sezione afferiscono soggetti “a rischio” sia per le condizioni generali (cardiopatici, nefropatici, immunodepressi, pazienti affetti da malattie ematologiche, neoplasiche…) che per l’alto grado di contagiosità delle malattie da cui sono affetti. Vengono inoltre trattati pazienti affetti da lesioni traumatiche dell’apparato stomatognatico e fratture dell’articolazione temporo-mandibolare. Essendo il riferimento per tutte le strutture del Presidio Ospedale Infantile Regina Margherita – S.Anna (OIRM), ci occupiamo anche dei pazienti affetti da malformazioni cranio-facciali e da malattie rare, in collaborazione da decenni con i pediatri e con le sezioni di genetica del nostro Ateneo. In particolare vale la collaborazione con la SSD Chirurgia Plastica pediatrica per i pazienti affetti da labio-palato-schisi ed anomalie dentarie e/o ortodontiche. Inoltre, ai neonati affetti da labio-palato-schisi vengono confezionate una o più placche per consentirne l’alimentazione ed il corretto accrescimento in vista dei successivi interventi chirurgici. A questa nostra “Mission” si aggiunge un obiettivo strategico della Sanità regionale (e non solo): la realizzazione nel tempo di una rete (network) di luoghi di cura sul territorio, presso ospedali ed ASL, destinati ai piccoli pazienti.
Prof.ssa Defabianis parliamo di numeri: quanti passaggi con solo cinque poltrone? La media dei passaggi è di circa 450-500 passaggi mensili, con 30-40 passaggi giornalieri. Nel 2017 sono stati effettuate circa 5670 prestazioni. Facciamo le prime visite specialistiche ai pazienti inviati da altri presidi sanitari e dai diversi servizi della Dental School, oltre ai pazienti che si presentano con accesso diretto o inviati da colleghi specialisti esterni, odontoiatri e pediatri.
Ci sono altre scuole in Italia? Al momento in Italia non superano la dozzina, ma a breve aumenteranno. Le nuove Scuole puntano alla formazione di un professionista autonomo nella gestione clinica delle più comuni malattie di ambito specialistico, anche in presenza di patologie di interesse generale e in condizioni di emergenza-urgenza. La Specialità rappresenta un elemento qualificante per l’ammissione a concorsi pubblici: un primo riconoscimento rivendicato da tempo, considerando che l’attuale normativa per i concorsi prevede “il possesso del diploma di laurea e di una specializzazione nel campo”, requisito indispensabile per l’accesso al Servizio Sanitario Nazionale.
Nel suo reparto vengono intercettati i Traumi: quali le età e le cause più frequenti? Negli ultimi anni è aumentata, negli individui in età evolutiva, la prevalenza di eventi traumatici che vedono il coinvolgimento del distretto oro-facciale, ivi comprese le arcate dentarie, così da rappresentare un indubbio problema di Salute pubblica. Le lesioni traumatiche si verificano anche durante la primissima infanzia e la loro incidenza aumenta quando il bimbo comincia a deambulare. Cause frequenti: l’aumentato dinamismo della vita quotidiana, il maggior coinvolgimento del bambino in attività̀ ludiche e sportive, l’aumentato uso di veicoli motorizzati da parte degli adolescenti ed la diffusa tendenza al possesso di animali domestici potenzialmente aggressivi, soprattutto cani. Gli eventi traumatici si verificano più spesso in ambiente scolastico, domestico, sportivo e stradale, ma non sono da sottovalutare le situazioni di abuso su minore. Il loro trattamento, sulla base di Linee Guida ormai consolidate, prevede sia la gestione dell’“urgenza” traumatica, sia gli interventi articolati e dilazionati nel tempo. Infatti la compromissione e/o la perdita di uno o più elementi dentari, soprattutto degli incisivi superiori, hanno ripercussioni importanti sulla masticazione, sulla fonazione e sull’estetica del volto. Dato che la gravità del quadro clinico può essere sottovalutata, è bene inviare il paziente alle specifiche sedi per evitare l’insuccesso terapeutico.
Quello delle malformazioni è un mondo a parte che, oltre al soggetto interessato, coinvolge le famiglie con non poche difficoltà sia pratiche sia psicologiche: prof.ssa Defabianis ce ne vuole parlare da esperta quale è? Le Sindromi polimalformative presentano molto frequentemente anomalie di sviluppo oro-facciale e sono caratterizzate da elevata complessità terapeutica, estrema variabilità di espressione clinica e eterogenea risposta ai trattamenti ortopedico-ortodontici. Un aspetto importante della patologia congenita è rappresentato dalle malformazioni labio-palatine, meglio conosciute come “labbro leporino” e/o “palatoschisi”, che implicano un complesso “sovvertimento” funzionale (suzione, deglutizione, respirazione, udito, fonazione, masticazione) al quale si aggiunge l’enorme impatto psicologico dapprima sui genitori e, successivamente, sul paziente (perdita dell’integrità estetica del volto, interfaccia di comunicazione e di relazione con il mondo circostante). Da qui la necessità di affrontare un trattamento prolungato nel tempo, esteso dalla nascita all’età adulta, con un approccio “transdisciplinare”, sia medico-specialistico sia psico-sociale, previo adeguato contatto con i genitori per alleviare la loro ansia, per fornire le prime informazioni sulla malattia e per rassicurarli sul buon esito delle terapie.
Alla Dental School c’è anche Master di Odontoiatria Pediatrica: quanto dura? A chi lo consiglierebbe? Il Master ha la durata di un anno ed è un corso post-laurea finalizzato alla formazione teorico-pratica dell’odontoiatra che voglia approfondire le conoscenze nel campo dell’Odontoiatria in età evolutiva. Il crescente aumento delle iscrizioni è probabilmente legato alla maggior richiesta di odontoiatri pediatrici da parte degli studi odontoiatri.
Esiste anche una società scientifica di odontoiatria pediatrica? Si, la SIOI (Società Italiana di Odontoiatria Infantile () che conta più di 1000 iscritti. Comprende odontoiatri e igienisti dentali, la cui formazione professionale prevede percorsi e prestazioni che non vengono attuati nell’adulto, come ad esempio le sigillature dei denti. Le società scientifiche sono importanti vettori per diffondere capillarmente il sapere in continua evoluzione e per trasmettere i messaggi diretti alla popolazione. Questo vale anche per l’odontoiatria pediatrica, notevolmente cambiata negli ultimi anni, grazie a nuovi obiettivi e strategie.
Prof.ssa Defabianis, lei si dedica all’insegnamento da decenni e la sua passione non conosce cedimenti: quale il primum movens? Cosa vuole trasmettere ai giovani allievi? Personalmente ho sempre creduto nel “pubblico”, inteso come piattaforma da cui partire per formare i professionisti che andranno a lavorare sul territorio e potranno migliorare la qualità della nostra professione diffondendone la cultura. Ho sempre creduto che l’Università sia un luogo in cui far leva per poi incidere significativamente sul panorama complessivo. Il mio obiettivo: guidare al meglio questa “macchina” per ottenere dei buoni risultati in molteplici ambiti e catturare i giovani che sono il futuro della Professione e del Paese. L’odontoiatra pediatrico deve avere una visione prospettica e onnicomprensiva perché valuta il soggetto “in crescita” nella sua completezza, con la consapevolezza che il bambino non è un “piccolo adulto”, ma un’entità a sé stante, con precise dinamiche che richiedono approcci diagnostici e terapeutici dedicati.
Fonte: TorinoMedica
Autore: Patrizia Biancucci